Il Vuoto

Inspira.
Trattieni.
Espira.

L’aria stantia della camera gli porta comunque nei polmoni una nota di freschezza, portata probabilmente dal brusco calo di temperature della nottata.

Inspira.
Immagina di portare dentro aria nuova, pulita, fresca. Aria che scorre all’interno di lui, insinuandosi nei suoi polmoni come fosse vento che entra dopo secoli in una antica libreria.

Trattieni.
I refoli d’aria giocano nei suoi alveoli come a raccogliere la polvere dai libri. Sollevano sedimenti indisturbati da tempo, appesantiti, e li trasportano via.

Espira.
Calda, umida e carica di polvere, l’aria esce dalla bocca con un sospiro stanco, buttando fuori tutto quel marciume.

Un primo strato, di molti.

Il tempo gli scivola addosso come la più’ impercettibile delle carezze.

l’immutabilità di quell’istante, di quella foto in tre dimensioni, e’ rotta solo dal ritmo del suo respiro. Un’azione che si sorprende a dover compiere con uno sforzo cosciente.

Si guarda intorno, lentamente, quasi a cercare nella stanza un indizio su cosa fare. No, non cosa, lo sa benissimo cosa ha da fare.

E’ il perché’ dovrebbe, a sfuggirgli.

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